mercoledì 10 aprile 1991

Lo vidi sostare

Lo vidi sostare pensoso sul ponte
Di freddo sudore imperlata la fronte
Il corpo percorso da forte tremor
Lo sguardo fissato sull’acqua fetente
Il cuore pulsante maestoso e possente
Il viso in costante funereo biancor.

Ristetti a fissarlo indeciso e pensoso
Sentivo angosciarmi un dilemma gravoso
Dovevo tenerlo o lasciarlo andar giù?
Decisi “lo afferro e gli presto soccorso
Del gesto son certo, non temo rimorso
Non devo attardarmi, non ho tempo più”

Mi accosto, gli dico “perché vuoi gettarti?
Non sai quanto ancora ha la vita da darti?
Splendore di giorni, di notti virtù”
Mi guarda, mi dice “ma chi ti conosce
Tu giungi gridando parole di angosce
cos’hai da donarmi da porgermi tu?

“Io stavo fissando la ferma corrente
Il rivolo morto dell’acqua stagnante
Lo sguardo disperso nel flusso che fu
Ho perso il mio Rolex massiccio d’acciaio
E stavo sospeso pensando al mio guaio
Ma visto che t’offri, va’ a prenderlo tu”

Mi diede una spinta improvvisa e veemente
Mi fece volare nell’acqua fetente
E venni sommerso dal flusso che fu
Lo shock improvviso  mi fece ansimare
Quell’acqua melmosa mi fece assaggiare
Da allora e per sempre rimasi quaggiù