sabato 8 novembre 2008

Gusti musicali

-Io cosalì non la sopporto più. Sempre a dire che quello che ascoltiamo noi fa schifo, che lei  sì che ascolta cose valide.
-Pure te che ancora je dai retta. Lassala perde, no? Lo sai che quella se sente Stockhausen...

giovedì 31 luglio 2008

C'è un posto

C’è un posto in una borgata che non è ancora stata violata. Un posto a cui si arriva attraverso un cancello arrugginito precariamente appoggiato un paio di pilastri diroccati. Un posto dove il suolo è ricoperto da un morbido mare verde, il cielo schermato da una macchia verdeviola di glicine e dove qualche mano sapiente ha decorato il fondale con una scritta viola con netti bordi color blu elettrico  tutta spigoli e linee rette che ancora non sei riuscito a decifrare e ti terrà piacevolmente occupato per i prossimi minuti. Un posto dove i soli rumori che sentite sono quelli delle cicale, delle api che volano pigre in cerca di polline, dell’irrigatore che si prende cura di una porzione di prato a qualche decina di metri e dei rari passi che percorrono l’anello di ghiaia che circonda l’isola verdeviola.
Siete tu e l’Amoretuo seduti con le schiene poggiate al tronco del glicine. Un libro per uno posato sulle gambe [tu stai leggendo un libro scritto per la metà in verde, vedi tu le coincidenze] a parlare di niente o del nulla mentre il senso della scritta ti si palesa a tratti. L’aria è immobile, ma lì sotto per lo meno si respira.
Roma fuori è stata abbandonata da tutta quella gggente che non si capisce perché la frequentino e sono rimasti solo quelli che la amano davvero e quelli che non hanno altro mondo. Il tempo è immobile ed è tutto per voi.
Mentre il cielo si tinge di scuro e offusca le cose con un velo sfumato, tu, dopo ore di lettura, chiacchiere, sgranchite, coccole e altro dai un’ultima occhiata alla scritta mentre riponi i libri nello zaino e la decritti in tutto il suo significato. Allora sorridi, benedici i writers, abbracci l’Amoretuo e, con un braccio intorno al suo fianco, varchi il cancello arrugginito.
Mentre fai scattare la chiusura centralizzata sai che stavolta il Supremo [conscio della tua semisordità] le cose te le ha volute scrivere a [per te] chiare lettere.

sabato 5 luglio 2008

L'AmaroSanta

Avete mangiato troppo e non riuscite proprio a alzarvi dal desco?
Non sono serviti nemmeno i 15 caffè, 28 limoncelli e 9 litri di Brioschi?
La pancia vi ha incastrati tra sedia e tavolo, e avete pure fretta di recarvi da qualche parte dove vorreste arrivare magari non in coma postprandiale?
L'AmaroSanta
Una mano santa quando la digestione è problematica....

L'AmaroSanta, meglio dell'IdraulicoLiquido

sabato 28 giugno 2008

OnoranzeFunebri TorreInPietra

A Fiumicino c'è un'agenzia di onoranze funebri che si chiama Torre In Pietra.
Torre In Pietra, come il latte...
Me li vedo che ti assicurano che sono leader nel settore. E che possono offrirti un servizio di primo ordine sia che tu preferisca il caro estinto tumulato [intero, come dice IlTopo], cremato, o parzialmente cremato...

mercoledì 14 maggio 2008

Cesare

Cesare dopo l'orario di lavoro lo trovavi quasi di sicuro fuori dal pub con le spalle appoggiate al muro e una pinta in mano. Pinta che si faceva sempre versare nei boccali della Guinness perché, diceva, sono perfetti per aprire le facce.
Cesare era figlio di quella stessa rabbia che o te la tieni dentro finché non esplode o la lasci fluire e la condividi con chi ti capita a fianco. Ma non aveva mai effettivamente fatto violenza su nessuno. Anche se lo sapevano in pochi. Istintivamente sapeva che il modo migliore per non farsi rompere il cazzo nella giungla in cui era nato e cresciuto era far credere in giro che fossi chissà quale pazzo criminale. E l'aspetto gli dava comunque una mano. Non alto, vestito perennemente con anfibi, jeans slavati maglietta bianca e bretelle [al massimo, in pieno inverno, aggiungeva un maglione grigio e un bomber nero] perché quella, secondo lui, era la divisa di chi lavora in cantiere. E lui montando ponteggi ci aveva passato ormai più di metà della sua vita.
 A Cesare piaceva ascoltare musica punk, ska, reggae e soprattutto l'oi! ed era naturalmente contro ogni forma di autoritarismo. "Chi ha passato la vita in cantiere odia per forza chiunque vuole comandare. E poi i padroni so' tutti fasci, quindi noi non possiamo che essere comunisti nel cuore e nelle vene".
Cesare era sempre il primo a lasciare la pinta e muoversi se si trattava di andare a coprire svastiche, celtiche e robba del genere perché quella era la sua zona e il controllo del territorio è la prima cosa.
Cesare regalava sorrisi e complimenti a tutti con lo stesso ritmo con cui offriva le sigarette del pacchetto morbido che teneva nella tasca posteriore destra dei jeans.
Cesare amava rosolarsi al sole che colpiva la facciata del pub parlando di calcio, motori o politica.
Cesare imbruttiva spesso, ma si era incazzato solo una volta. Imbruttiva magari a un coglione pieno di soldi che si era permesso di prendere in giro l'indiano che passava al pub per vendere le rose e farsi offrire una birra. Gli dimostava di quanto gli fosse inferiore per cultura e dignità. E di quanto fosse inferiore a lui per fegato. Si era incazzato, invece, per amore. Perchè solo l'Amore fa incazzare davvero.
Cesare amava la sua città, il suo quartiere e la sua strada e si incazzava a vedere come la stessero colonizzando poco alla volta per farla diventare un posto per figli di papà come avevano già fatto con Trastevere, Testaccio, Sanlorenzo, ilPigneto...

Cesare ora guarda il sole che splende alto ma non riesce a scaldare l'asfalto sotto di lui.
Cesare è in preda agli spasmi causati da un colpo alla nuca sferrato con un casco da un sedicente naziskin che ha creduto di dimostrare il suo valore aggredendolo con altri 5 alle spalle.
L'ultimo pensiero di Cesare è che nessuno ha insegnato a chi lo ha colpito come si vive.
[Il penultimo, l'ultimo è Pezzi de mmerda, dovete morì male. Tanto.]


sabato 26 aprile 2008

Consegne

"Hai chiesto al falegname quando gli arriva la porta?"
"Dice che quando gli arriva, la porta..."

venerdì 22 febbraio 2008

Tu

Cammini nella foschia che precede l'alba. A farti compagnia solo il suono del tuo fiato e dei piedi sulle foglie di quercia marcite coperte di brina. Stai trottarellando verso il culmine della collina per vedere il sole sorgere dietro il monte lontano e innondare di luce la vallata. Ti piace quando tutto si colora di bianco. Ti piace camminare su un lago di luce e stringere gli occhi per non farti ferire troppo.
Oggi sarà una magnifica giornata.
Guaderai il ruscello di cristallo e sentirai che si sta sensibilmente scaldando giorno dopo giorno. Darai una lunga sorsata di quell'acqua amara e così buona che sa di neve e fango. Affonderai con amore i denti nel collo di qualche leprotto o, se il recinto è abbastanza isolato, potresti anche decidere di andare a liberare per sempre qualche pecora malata dalla sua triste vita di schiavitù. Il Mondo si sottometterà come al solito grato ai tuoi piedi. Del resto non sei stato messo al culmine della piramide evolutiva per sbaglio, no?

...E , se sarai particolarmente fortunato, verrà a trovarti quello strano Uomo che ogni tanto vedi da queste parti. Si avvicina timoroso e ogni volta osa di un passo in più. Si siede in terra e passa lunghissimi minuti a fissarti. E tu fissi lui e questo scambio di sguardi ti piace da impazzire. Se ci non ci fossero decine di generazioni alle spalle a dirti che è tabù ti saresti già avvicinato a leccargli il muso. Ma d'altra parte il tuo istinto ti dice che non hai nulla da temere. E tu lo sai che il tuo istinto non sbaglia mai.


Tu sei Lupo.

lunedì 21 gennaio 2008

Marco fra sei assi di pino

Che poi in un modo così stronzo.
Vabbe' che quando tocca tocca e un modo magari vale l'altro. Ma la ruota anteriore inchiodata in tangenziale a 110 all'ora secondo me è un modo magari un po' più stronzo di altri.
E comunque adesso è lì. Ricomposto alla bell'e meglio in una bara di legno fra sei assi di pino, come disse una volta lui stesso.
Tutti riuniti in una chiesa a ascoltare l'omelia del prete che dice di come le morti giovani [giovani?] siano quelle di cui sia più difficile capire il senso, ma che il tutto fa parte del Suo disegno e che forse quelli che muoiono prima sono quelli a cui Lui vuole più bene...

È adesso che succede.
La senti chiara. La sua voce. La riconosci subito. E come te tutti gli altri, a giudicare dalle loro facce. Solo il prete non la riconosce, ma non avendola mai conosciuta, non potrebbe essere altrimenti. Soprattutto quel tono a presa per il culo è decisamente il suo...
"E sì che lo avevo scritto chiaro una decina di anni fa e appeso in camera da letto. In caso io sia morto. E mi pare che questo sia proprio il caso...
Mi pare che avessi detto che avrei gradito essere espiantato dell'espiantabile [anche se mi sa che stavolta c'era rimasto poco] e cremato.
Mi pare che avessi detto 'niente cerimonie di nessun tipo' e allora 'sto pagliaccio in gonnella qui che sta facendo? E poi come fa a parlare di me se non mi ha mai visto né sentito?
"ma veramente..."
"zitto, prete, vai a sodomizzarti qualche catecumeno e lasciaci soli.
E qualcuno, per favore, vada a cercare di rimediare almeno il punto più importante della lista a vada a procurarsi del Campari. Pagherei io, ma non mi avete messo soldi in tasca. Un'altra usanza utile andata persa..."

Poi, nel silenzio generale,
"Ragazzi, che facce, dovreste vedervi. Pare che abbiate visto un fantasma...
Ah, ho una brutta notizia per alcuni di voi, immagino. Dio non esiste. Nessu tipo di Dio o figura assimilabile. Nessuno che possa redimere i vostri peccati post-mortem. E l'unica forma di inferno consiste proprio nel ripensare in eterno in loop a tutte le cose brutte fatte in vita. Per cui smettete di fare cazzate, mettete una pezza a quelle fatte e rigate dritto.
Altrimenti mi dispiace ma sarete dannati in eterno"

[Fade]

*
ogni uomo ha un destino
che lo regna sovrano
e lo reca per mano
fra sei assi di pino
[opera giovanile]

venerdì 18 gennaio 2008

Voglia di, adesso

Estate.
Una tarda mattina estiva. Con jeans, scarpe di tela e T-shirt.
Sotto una tettoia con vista su un vasto campo declinante e brullo pascolato da mucche e cavalli.
Un improvviso acquazzone a gocce pasanti che solleva l'odore di ozono ma non rinfresca più di tanto l'aria.
I grilli che si zittiscono e pochi uccelli che si alzano in volo sul limitare del campo.
Lager fredde in bottiglia da versare in bicchieri spessi.
Il mio amore  e gli altri anelli della mia catena.
Qualcosa di nessuna importanza di cui parlare oziosamente